Giornata mondiale del diabete

14 novembre 2020

Un articolo del “il sole 24 ore” riportava che, in tutto il mondo, si “festeggia” la Giornata Mondiale del Diabete, una pandemia che colpisce circa 400 milioni di persone. Ma al di la di una polemica filologica, è necessario sottolineare che questa giornata rappresenta, per tutti gli italiani, un’occasione per attirare attenzione su una malattia subdola, di cui si conosce ancora troppo poco e che al momento non prevede una cura definitiva.
La scoperta dell’insulina ha certamente rappresentato un passo importante per assicurare a tutte le persone con diabete innanzitutto la sopravvivenza e poi la possibilità di condurre una vita normale: ma ciò avvenne circa 100 anni fa. Da allora, malgrado l’impegno dei ricercatori, sono stati fatti progressi però nulla che faccia pensare a una soluzione definitiva del problema.
E se la prevenzione, un corretto stile di vita, un’attenzione particolare all’alimentazione possono costituire un corretto approccio contro il diabete di tipo 2, altrettanto non si può dire per il diabete infantile e giovanile che colpisce indiscriminatamente e senza segnali premonitori.
Tuttavia il vero problema resta quello dei pregiudizi, la scarsa informazione, da parte dell’opinione pubblica e di chi dovrebbe amministrare la sanità con raziocinio e nel rispetto dei diritti della persona con diabete. Su questo punto la Federazione Nazionale del Diabete Giovanile è impegnata con tutte le sue forze perché non è accettabile che nel 2020 l’ottusità e la burocrazia siano ancora d’ostacolo per ragazzi con diabete che intendano svolgere un lavoro per il quale hanno studiato e si sono preparati. Le storie che vengono raccontate in questa pagina ne sono una dimostrazione.
Ancora una volta risulta necessario ripetere che una persona con diabete ben compensato è assolutamente in grado di condurre una vita normale sul piano sociale, formativo, affettivo, sportivo, professionale e nulla o nessuno può impedire questo percorso.
L’attuale situazione aggravata dall’arrivo del Covid mette in luce mancanze e carenze del sistema sanitario con ospedali impossibilitati a gestire la quotidianità e personale allo stremo. Proprio in questi mesi l’associazione è stata sommersa da lettere e messaggi di famiglie che si sono viste private dei loro diritti di cura. La Federazione comprende pienamente la situazione, sarebbe da irresponsabili pensare il contrario: ma questo non può riflettersi negativamente su un’ampia fascia di popolazione che ha necessità di essere seguita nel suo percorso di gestione della malattia.
Non si può dimenticare che il diabete è stato dichiarato “pandemia mondiale di una malattia non trasmissibile”, ma che non costituisce né diversità né ostacolo alla crescita e al pieno inserimento della persona nella società. Non dimentichiamo ancora che le risoluzioni del World Health Assembly del 19 maggio 1989 dell’Onu riguardano la prevenzione ed il controllo del diabete mellito e incoraggiano gli Stati Membri a promuovere politiche di prevenzione, trattamento e cura in conformità con lo sviluppo sostenibile dei propri sistemi di cura sanitaria con l’obiettivo di sviluppi internazionali.
E non dimentichiamo che la dignità della persona con diabete è sancita dal Manifesto per i diritti e i doveri della persona con diabete: il Manifesto, a oltre 10 anni dalla sua approvazione da parte di istituzioni, enti scientifici, associazioni di pazienti rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale in termini di gestione della malattia sotto ogni punto vista. Ma alcune Regioni e alcune ASL non ne hanno ancora recepito in pieno gli elementi più innovativi.

Da 10 anni un Manifesto per i nostri diritti
Oltre 10 anni fa veniva approvato il Manifesto per i diritti e i doveri della persona con diabete. Un passo storico che ha visto impegnate forze politiche, comunità scientifica e associazioni pazienti.
La concreta applicazione dei contenuti del Manifesto, a livello nazionale e regionale, è stata lunga e laboriosa e ancora non può dirsi completata: l’ignoranza, l’ottusità e la burocrazia rappresentano ancora un ostacolo difficile da abbattere. Ma è significativo annotare come oggi la persona con diabete non solo viene considerata nella maggior parte dei casi assolutamente uguale a chi non è costretto a convivere con questa patologia, ma ha anche reso più forti e consapevoli coloro i quali hanno ingaggiato vere e proprie battaglie legali per vedere riconosciuti i propri diritti.

Diabete e lavoro
Malgrado gli appelli e gli inviti a non creare posizioni discriminatorie nei confronti delle persone con diabete, il mondo del lavoro troppe volte resta prigioniero dei propri pregiudizi. Come nel caso di Massimo, un infermiere che, dopo aver superato l’esame di idoneità per servizio di elisoccorso, si è trovato davanti ad un muro di diffidenza da parte delle autorità che hanno cercato di impedirne l’assunzione. Massimo, grazie all’aiuto della Federazione, ha vinto proprio di recente la sua battaglia legale e ora ha visto coronato il proprio sogno.
Ora è la volta di Chiara, non idonea alla selezione per il ruolo di capostazione senza alcuna motivazione plausibile. Anche Chiara si è rivolta alla Federazione che non mancherà di tutelare i suoi interessi nelle sedi legali.

Scuola e diabete
Il rientro a scuola dopo il lockdown ha rappresentato per i giovani un passo particolarmente delicato
Questo passo, per i giovani con diabete, richiede una riflessione attenta e per questo motivo la Federazione Diabete Giovanile ha chiesto un urgente incontro con il Ministro Lucia azzolina onde definire e mettere in atto le priorità da adottare sul legittimo accesso alla continuità terapeutica. “ In relazione all’importantissimo tema della somministrazione dei farmaci a scuola – si legge nella lettera – la FDG tiene a rilevare quanto il trattamento del paziente con diabete presenti complessità importanti che lo differenziano dalle altre patologie. Per questo si ritiene che la tematica debba essere affrontata con le adeguate differenziazioni al fine di non escludere i pazienti dal legittimo accesso alla continuità terapeutica e nel contempo tutelarli nella gestione delle urgenze ed emergenze. Le problematiche ancora irrisolte sul tema della somministrazione dei farmaci, quasi completamente a carico delle famiglie o di volontari, e non del SSN, si aggravano nell’esigenza Covid 19″.

Il diabete mellito in 4 punti

1. Nel mondo ogni 17 secondi si diagnostica un nuovo caso di diabete: oggi sono 400 milioni le persone con diabete.
Il diabete di tipo 1, noto come diabete mellito, riguarda circa il 5 % dei pazienti diabetici.

2. Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue.
Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo di insulina, un ormone secreto nel pancreas.

3. Nella grande maggioranza dei casi la malattia non presenta alcun sintomo.
Se questi sono presenti, si tratta di sete intensa, necessità di urinare spesso con urine abbondanti, perenne stanchezza.

4. Il diabete di tipo 1 non deve essere trascurato perché le complicanze croniche della malattia possono essere lievi, moderate ma anche gravi, disabilitanti e fatali. Di diabete mellito, ad oggi, non si può guarire, ma la malattia può essere tenuta sotto controllo